Purtroppo, è luogo comune pensare che il digitale sia gratis.
L’equivoco ha una causa precisa: molti servizi digitali di cui usufruiamo ogni giorno nel privato sono effettivamente gratuiti: caselle mail, Social Network, servizi di archiviazione di Google, ecc…
Sappiamo che quando un prodotto è gratis, significa che il prodotto siamo noi. Ma questa è un’altra storia.
Quando però ci spostiamo dalla sfera privata a quella aziendale la questione è diversa. Le esigenze di un’impresa sono molto più complesse e questo determina anche servizi più complessi, che non necessariamente costano meno rispetto ai corrispettivi “alter ego” analogici.
In altri termini, la digitalizzazione, quella fatta bene, non ha abbattuto i costi. Piuttosto, ha modificato le voci di spesa →.
La domanda sorgerà spontanea: perché, allora, dovrei digitalizzare la mia azienda?
La risposta è semplice. Perché, a parità di spesa, le prestazioni del digitale sono nettamente maggiori.
La vera rivoluzione della digital transformation non sta nel risparmio economico ma nell’ottimizzazione dei costi →.
L’e-commerce: un esempio lampante
Per spiegarvi in modo semplice cosa significa, per un’impresa, spostare le voci di spesa dall’analogico al digitale prendiamo in esame il caso degli e-commerce.
Molti pensano che, essendo on-line, un sito e-commerce costi poco. È vero, i costi della piattaforma di per sé sono irrisori rispetto a un affitto commerciale. Ma eliminare le quattro mura di un negozio non significa eliminare le spese. Anzi.
A condizionare il costo di un e-commerce vi sono diverse voci che un negozio fisico non ha. Vediamone alcune.
- Sito
- Magazzino e logistica
- Customer Service
Sito
A livello tecnico un sito e-commerce è estremamente complesso. In assenza di un venditore in carne e ossa, l’e-commerce deve essere in grado, da solo, di ottimizzare la sua presenza online e convertire. Questo presuppone l’intervento di figure altamente specializzate, che vanno dal web developer, al grafico UX, al fotografo, al copywriter, al SEO specialist, al web analyst. Per citarne alcune.
Magazzino e Logistica
Tra le voci di spesa che maggiormente influiscono nel commercio online vi è la gestione del magazzino e della logistica. Se questa fallisce, se il magazzino non è strutturato per ricevere, preparare e spedire gli ordini in tempi brevissimi, avrete perso per sempre i clienti (Amazon ci ha abituati fin troppo bene).
Customer Service
C’è chi dice: la “malattia” di un’azienda la si può nascondere ovunque, tranne che nel post-vendita.
Il customer service gioca un ruolo sempre più cruciale nel rapporto con i propri clienti: è la parte più umana del digitale, quella che trasforma un cliente in un ambassador. Le persone non giudicano più le aziende dai prodotti venduti, ma dal modo in cui vengono trattate nel momento in cui subentra un problema.
Gli e-commerce devono quindi dotarsi di personale dedicato per le attività di post-vendita e assistenza e formarlo nonché strutturare piani specifici per la gestione delle richieste. Che devono ovviamente essere evase in tempi brevissimi.
Quelli menzionati sono solo alcuni dei costi previsti da un e-commerce: non abbiamo infatti incluso i costi per il marketing e la promozione, per la gestione delle transazioni online, per il packaging, ecc…
Ecco che l’e-commerce è l’esempio più lampante per capire come il commercio on-line, rispetto a un negozio fisico, non è assolutamente più economico o semplice.
Le voci di spesa del digitale
Ora che abbiamo sfatato il mito del “digitale gratis” parliamo tu tutte quelle spese che un’azienda deve sostenere per iniziare il suo processo di digitalizzazione.
Come abbiamo sottolineato, non si tratta si spendere meno, ma di convertire le voci di spesa a fronte di una maggiore prestazione.
Nei seguenti paragrafi prenderemo in esame alcune voci di spesa tipiche di una qualsiasi impresa, senza addentrarci nei vari settori di appartenenza, dove le esigenze si fanno specifiche.
Lo spazio: i costi di archiviazione
Tutte le aziende producono dati. Questi dati vanno archiviati, conservati e protetti. Per archiviare, conservare e proteggere i dati c’è bisogno di spazio, sia esso fisico, in caso di dati analogici, sia esso virtuale, in caso di dati digitali.
Ebbene lo spazio, anche se virtuale, non è gratis. Tanto quanto non lo è gestire spazi fisici.
Non è gratis lo spazio che occupano i dati e non è gratis la loro manutenzione. Le “macchine” utilizzate consumano energia → , vanno raffreddate con idonei impianti, vanno messe in sicurezza.
È indispensabile proteggere il dato da eventuali attacchi, calamità naturali, incendi, ecc… ma anche salvaguardare l’operatività dei server, prevedendo backup e procedure di business continuity.
Lo sviluppo: dal sito web agli applicativi
Rispetto a qualche tempo fa, oggi esistono numerosi servizi che permettono alle aziende di realizzare siti web a basso costo. Le piattaforme CMS sono una grossa opportunità poiché rendono gli uffici marketing autonomi dagli sviluppatori: oggi per creare un sito non è indispensabile conoscere il codice.
Il costo di un sito web varia molto sulla base della sua complessità, la quale dipende dalla funzione, dagli obiettivi e dai servizi del sito stesso. I costi di un sito, perciò, non sono solamente operativi ma anche tecnici e strategici.
Abbiamo parlato nel precedente paragrafo dell’e-commerce: un esempio di sito estremamente complesso.
Ma anche prendendo in esame i costi di un sito business, vi sono aspetti da non sottovalutare. Ci auguriamo che oggi le aziende abbiano abbandonato l’idea del “sito vetrina” a favore di un ambiente in grado di convertire gli utenti in potenziali clienti.
In questi termini subentrano elementi, come la User Experience → e i contenuti, che devono essere gestiti da professionisti.
Riassumendo, per sviluppare un sito business (la base) un’azienda deve tenere conto di:
- Costi strategici
- Piattaforma, dominio, certificati ssl, personalizzazioni e assistenza
- Realizzazione dei contenuti (visivi e testuali)
- Grafic design (UX e UI)
La dematerializzazione dei documenti
Carta e digitale convivono, non sempre in perfetta armonia. Per gestire flussi, procedure e informazioni → tutti concordano che l’informatizzazione offre molte più possibilità, in termini di velocità, sicurezza e automatismi.
Molte imprese si vedono costrette a gestire un sistema “ibrido”. Altre decidono di fare un passo più importante verso una totale digitalizzazione. Ciò dipende da molti fattori, dalla struttura dell’azienda, dal tipo di clientela, dal tipo di prodotti o servizi che vende, dai processi interni.
A qualsiasi categoria appartenga la vostra azienda vi ritroverete, prima o poi, davanti a una scelta obbligata: dematerializzare il cartaceo →.
Dematerializzare il vecchio una volta per tutte, per diventare paperless. Oppure dematerializzare il nuovo, in modo costante e continuativo, per informatizzare i dati e velocizzarne la gestione.
La dematerializzazione non è così semplice come può apparire. Vi è un aspetto pratico, legato alla qualità delle scansioni ma paradossalmente è il “problema” minore. La dematerializzazione si lega a un aspetto tecnico: i dati che arrivano dal cartaceo vanno strutturati, classificati e integrati nel sistema informativo aziendale.
Insomma, la dematerializzazione va intesa come vero e proprio processo e non come mera attività operativa.
L’infrastruttura
Qualche decennio fa l’informatica è entrata nella vita quotidiana delle aziende. Poche erano le imprese che potevano permettersi le prime work station.
Oggi l’infrastruttura rappresenta una voce importante nel budget di un’organizzazione, in quanto include:
- acquisto del parco macchine
- acquisto delle periferiche
- manutenzione dell’harware e del software
- risorse specializzate
Gestire un’infrastruttura totalmente in casa inizia a diventare oneroso e sempre più spesso le aziende preferiscono adottare sistemi in cloud o ibridi.
Abbiamo visto come il luogo comune del digitale gratis non sia, di fatto, reale. Ma ribadiamo che la digital transformation è oggi una strada obbligata, che porta numerosi vantaggi e rende le imprese odierne competitive sul mercato.
Com’è sempre accaduto nella storia della tecnologia (ma non solo), gli strumenti diventano un motore di business solo se usati bene.