Da quando Mark Zuckerberg ha deciso di investirci così tanto, il Metaverso è sulla bocca di tutti. Un mondo virtuale che mira a cambiare il modo di interagire con le persone.
Ma cos’è davvero il Metaverso, e soprattutto a cosa serve alle persone e alle aziende?
Cos’è il Metaverso: mondi virtuali in evoluzione
Oggi lo vediamo come la “proprietà” di Zuckerberg, su cui ha investito così tanto da rebrandizzare Facebook in Meta. Ma non è per nulla così!
Il Metaverso nasce molto prima, e ancora oggi esiste come termine con il suo significato originale nell’ambito della tecnologia.
Con metaverso si intende di solito un insieme di mondi virtuali collegati tra loro in un’unica rete, sviluppata con lo scopo di una nuova interazione, sociale e non solo. Nella maggior parte dei casi vi si accede tramite tecnologie per la Realtà Virtuale.
In parole povere, grazie a uno strumento come un visore, ci immergiamo in un mondo completamente virtuale. Questo differisce dal concetto Realtà Aumentata, in cui vediamo qualcosa di virtuale nel mezzo del mondo reale.
La Realtà Virtuale è molto più vicina all’immaginario di libri, serie, videogiochi: infiliamo il visore e siamo altrove, in un mondo che nella realtà fisica non esiste per nulla. La nostra presenza e interazione è affidata a un avatar.
Le possibilità di questo tipo di tecnologie sono ampie e ancora da esplorare, perfino dal punto di vista delle aziende e del marketing. Ecco perché alcune compagnie cercano di muoversi in anticipo.
Nuove reti sociali: a cosa serve il Metaverso
Oltre a farci esplorare mondi altrimenti impossibili, il proposito del Metaverso è far incontrare persone che, in realtà, sono lontanissime.
Un’applicazione pratica è quella degli incontri lavorativi. Riunioni, meeting, conferenze a distanza, tutte esperienze che vengono potenziate:
- da un digitale più immersivo, che dà la sensazione di trovarsi in un mondo alternativo;
- da applicazioni software che non potrebbero esistere in una normale videochiamata (come le presentazioni in 3D).
Inoltre gli avatar sono personalizzabili e ci permettono di mostrarci in modi differenti, e le ambientazioni possono offrire spazi imprevedibili. Insomma, nuove e ambiziose opportunità di interazione, tutte da esplorare.
Ma possibile che finisca tutto qui? Il Metaverso è un mondo digitale super-immersivo, una piazza sociale per incontri a distanza, uno spazio per videoconferenze online, e basta?
In fondo, per quanto splendido, non si distaccherebbe troppo da un videogioco né da una videochiamata.
Dalla pubblicità agli eventi: chi deve entrare nel metaverso
In realtà c’è molto altro, in particolar modo per il Metaverso centralizzato, cioè posseduto e gestito da una sola entità (l’esempio più chiaro è proprio Meta). Ci sono diverse opportunità per le aziende stesse.
Pensiamo all’organizzazione degli eventi. Come in un evento reale si adibiscono spazi appositi, ma grazie alle proprietà da remoto, essi diventano raggiungibili da tutto il globo. Non solo conferenze e public speech, ma anche lezioni e addirittura concerti.
Per organizzare un evento c’è bisogno di numerosi professionisti, risorse e tempo; ecco che nasce lo spazio per sponsorizzare. Un’azienda potrebbe entrare nel Metaverso per pubblicizzarsi attraverso queste situazioni e sovvenzionare un evento virtuale. È quello che accaduto a Wave col concerto di Justin Bieber.
Ed è solo l’inizio, perché nel Metaverso si può vendere in modo diretto. Aziende importanti come Nike e Gucci hanno lanciato store virtuali in cui acquistare sia prodotti digitali da indossare direttamente nel mondo fittizio.
E altre ancora, come Microsoft, preferiscono investire sulla presenza, sulle applicazioni lavorative e sullo sviluppo di un proprio Metaverso.
Nasce quindi la domanda: ha senso per un’azienda entrare ora nel Metaverso? Questa è una domanda complessa, per cui non esiste una risposta netta.
Rappresenta senza dubbio un modo di anticipare il possibile futuro: potrebbe esserci un tempo in cui tutti avremo un visore e parteciperemo quotidianamente a incontri e acquisti online.
Ma potrebbe anche non esserci. Lo stesso Zuckerberg sta riscontrando enormi difficoltà e conseguenti perdite con il Metaverso di Meta, che resta ancora un mondo dispendioso ed elitario, e per questo poco popolato.
La partecipazione al Metaverso dipende dalle dimensioni e ambizioni dell’azienda, nonché da quanto essa possa e voglia investire nell’anticipazione tecnologica. Come tutti i settori ha anche un fattore di rischio, non è ancora una realtà assodata e non è possibile sapere se lo diventerà. Ma è possibile tentare di favorirne l’avanzamento.